Giuseppe Caudullo
Il dolore e il grido lacerante
Ogni giorno, ogni attimo, il dolore attraversa la carne della terra che ferita, squarciata in ampie parti, sanguina e si consuma polverizzando la vita, dissolvendo l’amore. Come è possibile che siamo giunti su Marte e ancora sul nostro pianeta non c’è spazio vitale per tutti? Chi ha rubato lo spazio d’esistenza a milioni di creature? Chi soffoca l’essere delle creature in fiore?
Tutto ciò è inquietante e tormenta le coscienze sensibili. Toglie il sonno a chi condanna l’ingiustizia, la ferocia, i soprusi. In questo scorcio di terzo millennio tanta indifferenza ed è difficile trovare chi abbia il coraggio di gridare la giusta sentenza.
L’Arte dov’è in questa trincea di sofferenza? Dove sono gli artisti, i pittori, i poeti, le creature sensibili al lamento di chi non ha voce? Dov’è la nuova Guernica? Dove sono i maestri in difesa dei più deboli? La risposta è amara poiché tra anticonformismi, decorativismi e piagnistei vari, l’Arte nella gran parte dei momenti in cui dovrebbe essere attiva, propositiva, dirompente… non cè. Se n’è accorto da un po’ di tempo un giovane artista dell’area catanese, cresciuto ai piedi del più grande vulcano d’Europa, l’Etna montagna di fuoco e di mutamenti di aria e di luce, di spazio e di terra.
E’ Giuseppe Caudullo l’artista dell’umanità nuova che rompe la sfera del silenzio, squarcia lo spazio dell’indifferenza e si schiera senza alcun tentennamento da una parte sola, dalla parte di chi è spinto ai margini di un sistema violento ed egoista.
La sua pittura, i suoi disegni, gridano come le trombe del giudizio, portano in alto la protesta e difendono le creature sconfitte, abbandonate ad un destino di sofferenza e dolore. Si, la pittura (e con essa l’Arte tutta) deve essere solidale, deve spingere la società umana verso un’intesa che sia rispettosa innanzitutto di chi ha meno possibilità, meno opportunità, meno risorse.
Ecco la ragione per cui dai dipinti di Giuseppe Caudullo sgorgano colore acceso come sangue, segno tagliente e incisivo come ferita. I suoi dipinti sono battiti del cuore, pulsioni dell’anima, carezze infinite verso un mondo alla ricerca di pace ed uguaglianza.
Bocche di fuoco si aprono nei suoi spazi iconici, abbracci avvinghianti tessono le sue strutture compositive, occhi che attraversano l’essere penetrano anche nei luoghi imprendibili. E’ il potere della pittura, del colore saturo che si deposita come lava infuocata, del gesto deciso che si staglia nell’aria come una bandiera di condivisione.
Non mancano le prese di posizione per il rispetto della sacralità dei bambini e sono evidenti le sue adesioni ai messaggi tesi a considerare inviolabile l’integrità della donna. Nulla può giustificare la violenza, nessun uomo ha il diritto di toccare l’altro uomo.
Caudullo lancia messaggi di fratellanza nelle sue tessiture cromatiche. Nei suoi dipinti la materia si fa tutt’uno con il segno come a significare che la sostanza delle cose è una, che la vita è una, che il pianeta su cui viviamo è uno solo: un vascello che non deve viaggiare nella tempesta perché è in gioco la vita di tutti, la sussistenza stessa del sistema. Anche il rispetto della natura, nei sui equilibri, nei suoi valori, è materia per la sua arte. D’altra parte come può un artista sensibile restare indifferente alle minacce di chi vuol sottrarre all’uomo l’aria e la luce, l’armonia e la bellezza?
La pittura di Giuseppe Caudullo è un richiamo per tutti ed in particolare per gli Artisti nelle cui mani è il segreto utile a salvare la bellezza, in tutte le sue espressioni vitali.
Paolo Giansiracusa
Storico dell’Arte
7.XII.2018