È nato a Catania il 14/01/1978, dopo la maturità artistica sperimentale, completa gli studi universitari presso A.A.B.B. statale di Catania licenziandosi con profitto lodevole e discutendo la tesi: “La Bibbia e la Divina Commedia come cultura dell’Artista”.
Ha al suo attivo numerose presenze in ambito nazionale e internazionale.
Sue opere sono state esposte alla “Corte degli Antiquari” di Bollate (MI), al “Castello Pallavicino” di Vellezzo Bellini (PV), alla Diocesi di Arquata del Tronto (AP), al “Monastero dei Benedettini” di Catania, nel Municipio di Calcide (Grecia), nel “Salone Espositivo” della Bipielle di Lodi, nelle “Sale del Bramante” di Roma, a “Palazzo Stella” di Genova, al “Centro D’Arte Torre Strozzi” di Parlesca (PG); oltre a varie personali tenute nel territorio siciliano ed in gallerie private.
Ha presenziato a Biennali internazionali. Nel 2000 conosce il maestro Nunzio Sciavarrello, sottoponendo all’attenzione del maturo artista la sua produzione. È membro dell’Obaisminternationalart, ha aderito al gruppo “Indipendent Artist” in occasione di Expo Milano 2016.
Dopo la lettera del Santo Giovanni Paolo II del 4 Aprile 1999, la sua produzione artistica ripercorre i sentieri del Sacro. Di lui ha scritto Paolo Giansiracusa, ordinario universitario di Storia dell’Arte.
Vive e lavora a Catania.
GIUSEPPE CAUDULLO
<<Satiri e mostri, corpi dilaniati ed anime in fuga, donne violentate e uomini feroci… Sono i soggetti pittorici che popolano il mondo fantastico di Giuseppe Caudullo. Picassiano nel taglio formale, neo barocco nella gestualità e nell’espressione, il giovane artista dipinge e modella le sue creature su qualsiasi supporto e con i materiali che meglio si addicono alle sue esigenze plastiche. Con la ceramica in particolare è riuscito a coniugare la brillantezza del colore con il modellato dai forti chiaroscuri. Le figure non sono mai castigate all’interno dello spazio iconico, anzi ne invadono la superficie superandone i confini.>>
È per tale ragione che le composizioni di Caudullo sembrano frammenti di uno scenario visivo che va oltre i limiti della dimensione pittorica e attraversa gli spazi della realtà quotidiana. Il suo popolo di figure non è infatti estraneo ai problemi della vita presente. Del flusso vitale dei nostri giorni le sue opere hanno il colore ed il gesto, la vivacità e l’espressione. In certe scene complesse e articolate sembra di poter cogliere lo spirito convulso che caratterizza le nostre città, sembra di poter vedere il sangue che a volte scorre per la violenza, per i soprusi, per il mancato rispetto della vita umana. Alcune figure dalla plasticità forte si svincolano dai luoghi della costrizione e si rivolgono con grido lacerante all’osservatore. Si ha come l’impressione di essere chiamati, di essere coinvolti all’interno del luogo della pittura. I colori sono sempre caldi e terrosi e raccontano del sangue e del fuoco. La materia è aggredita dall’artista con la stessa irruenza con cui si manifesta l’espressione. Caudullo non ha una pennellata tranquilla e distesa, egli dipinge con fare irruento, con impeto, senza ripensamenti. Alla stessa maniera modella la materia plastica, affondando il suo stesso corpo nella morbida creta. Si direbbe che la sua opera sia interamente protesa a raccontare, con il ritmo incontenibile della vita, il palpito della terra e il suo incontro quotidiano con il sole. Tutto l’arco dell’esistenza è espresso dai piani colorati, dai segni incisi, dalla materia robusta. L’artista racconta della vita e della morte, del fiorire dell’esistenza e della cenere che, per un destino prefissato, immancabilmente si poserà su ogni volto. E’ un messaggio di saggezza teso a farci comprendere quanto sia utile per gli umani rispettare, nel breve arco di luce che ci viene donato, gli equilibri del creato.
Testo tratto da “Ed è subito sera” del Chiar.mo Prof. Paolo Giansiracusa